Ascesa e caduta dei grandi poteri by Tom Rachman

Ascesa e caduta dei grandi poteri by Tom Rachman

autore:Tom Rachman [Rachman, Tom]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788852061691
Google: B3PYBgAAQBAJ
editore: Mondadori
pubblicato: 2015-03-10T09:17:59+00:00


1999

Duncan abitava già da mesi nella Centoquindicesima Strada quando i suoi genitori gli fecero visita. Naoko spronava il marito ad andare, ma Keith lasciava controvoglia il Connecticut. Alla fine, lei ebbe la meglio – o questo, o dovevano invitare la nuova ragazza del figlio a Darien per le vacanze. Così lui si rassegnò a sopportare New York per un giorno, assistendo a un concerto natalizio al Met a mezzogiorno, e programmando una visita veloce all’appartamento di Duncan per conoscere quella femmina. A ogni inconveniente metropolitano in cui Keith s’imbatteva – la folla di compratori delle feste, l’impossibilità di parcheggiare, l’accento di un inserviente del garage – si rivolgeva irritato alla moglie, come se tutte le colpe fossero sue.

Nella settimana precedente al loro arrivo, Duncan aveva preso in considerazione l’idea di riordinare la sua stanza, ma aveva optato per la ribellione passiva. La sua sfida si dissolse quando Naoko chiamò da una cabina fuori dal Lincoln Center per dire che stavano arrivando. Passò i venti minuti successivi a stipare biancheria sporca sotto il materasso, a pulire il lavandino del bagno con tovaglioli di carta, a nascondere piatti sporchi negli armadietti.

«Posso offrirvi del vino bianco o…» disse Tooly, le mani intrecciate davanti a sé, spostando lo sguardo da Naoko a Keith, poi di nuovo a Naoko, che mostrò la più tollerante delle espressioni. «In realtà, il vino bianco è tutto quello che abbiamo. Va bene?»

«In più abbiamo tre tipi diversi di patatine» soggiunse Duncan.

Keith, un grumo impassibile di creta scozzese di mezza età, guardò di traverso il divano, dove la moglie lo invitò a sedersi. «Io bevo solo per ubriacarmi» disse. «E non intendo ubriacarmi con mio figlio.»

«Io mi sono ubriacata con lui» disse Tooly. «E lo raccomando caldamente.»

Duncan fece un colpo di tosse imbarazzato.

«Una bibita dietetica» ordinò Keith. «Possiamo accendere la TV?» Dopodiché fece gli onori di casa, scegliendo il canale della NBC per il notiziario della sera, che trasmetteva un servizio sulle misure di sicurezza per il Capodanno dopo l’arresto di un algerino catturato con esplosivi alla frontiera, probabilmente per un attacco terroristico a Los Angeles.

«Sbagliato» disse Keith al televisore, quando l’annunciatore parlò degli imminenti festeggiamenti per l’anno 2000.

«Cosa?» chiese Tooly, porgendogli una bibita in lattina.

«L’anno 2000» disse lui. «Se il conteggio inizia dall’uno dopo Cristo, non si arriva al millennio fino al 2001. Non è come se ci fosse un Anno Zero. Possibile che la gente non riesca a capirlo?» Guardò di nuovo la TV: adesso c’era un filmato di Bill Clinton che scherzava con un dignitario straniero. «Perché quello lì non se ne va e basta?» disse Keith, intendendo il presidente.

Lo sguardo assente di Naoko suggeriva che non era la prima volta che sentiva simili lamentele.

«Ci vorrà un’impresa di pulizia industriale per togliere la puzza di quello lì dallo Studio Ovale» continuò Keith. «È ora di restituire dignità al nostro Paese.»

«Mi piace sentire delle opinioni americane così patriottiche pronunciate con un accento scozzese» disse Tooly, offrendo un sorriso.

«Dammi uno straccio di prova che cambi qualcosa di quello che vi ho appena detto» disse lui, guardandola in cagnesco.



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